UPDATE: In fondo al post trovate la risposta di Cruciani.
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Alcuni miei lettori, nei commenti al post precedente, mi hanno messo una pulce nell'orecchio. C'è la sensazione che il file audio (ascoltabile cliccando sul mini-player qui sotto) trasmesso da Giuseppe Cruciani ieri e l'altro ieri alla Zanzara, relativo all'intervento di Antonio Di Pietro a Piazza Farnese, sia stato "adattato" per avvalorare la tesi dell'offesa rivolta dall'ex PM al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Sono andato a verificare. E, in effetti, il file di Cruciani, della lunghezza di 50 secondi, è in realtà il collage di diverse frasi che Di Pietro ha pronunciato in un arco temporale più lungo, pari a 2 minuti e 26 secondi per l'esattezza, come dimostra il seguente video preso da YouTube. Si faccia riferimento allo spezzone che va dal minuto 3:14 al minuto 5:40.
Ora, alla luce di questa evidenza, vorrei fare alcune osservazioni.
L'ambiguità sulle parole “il silenzio è mafioso” è stata, secondo me, premeditata da Di Pietro, il quale, come noto, è un mago della comunicazione. Il dibattito sull'ipotesi che ci sia o meno un'offesa a Napolitano era nei piani dell'ex PM fin dal principio, nell'ambito di una strategia comunicativa che riportasse l'ex PM al centro dell'attenzione.
L'ambiguità di cui sopra, però, scompare artificiosamente se il frammento completo di 2 minuti e 26 secondi viene rimaneggiato con un'opera di taglia e cuci che lo riduce a soli 50 secondi. Giudicando dal file ridotto, non ci sono dubbi sul riferimento a Napolitano, mentre Di Pietro, nella realtà, si era astutamente tenuto una via di fuga per poter giurare che il "silenzio mafioso" era riferito in generale a tutta la società.
Che nel gestire i sempre stretti tempi radiofonici si rimaneggino delle dichiarazioni io lo capisco benissimo. La cosa, però, va fatta alla luce del sole. Non si possono unire insieme frasi dette in momenti diversi (anche se a breve distanza) creando dei collegamenti artificiali tra di esse. E se proprio lo si deve fare, lo si faccia con trasparenza, trasmettendo diversi frammenti audio inframezzati da indicazioni del tipo “e poi poco dopo Di Pietro ha aggiunto quest'altra cosa”.
A margine, preciso che, offesa o non offesa, il riferimento al Presidente della Repubblica, se proprio non poteva essere evitato da un palco così "caldo", doveva essere tale da non essere soggetto a diverse intepretazioni, e pertanto la strategia comunicativa di Di Pietro, in questo caso, non mi è per nulla piaciuta.
Ciò detto, però, la manipolazione non dichiarata delle dichiarazioni di chicchessia è un procedimento giornalisticamente inaccettabile. Credo che Cruciani debba delle spiegazioni agli ascoltatori della Zanzara e mi permetto di invitarlo, con cortesia, ma anche con fermezza, a fornirle, pubblicamente, nella puntata di stasera.
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UPDATE: Cruciani mi ha risposto privatamente, autorizzandomi a pubblicare la sua versione dei fatti. Eccola:
Lei ha ragione. Controllando, abbiamo "pescato" un file audio tagliato da qualche telegiornale. Colpa nostra, ovviamente. Ma non c'è dolo. La sostanza non cambia, evidentemente. Sono stato il primo a dire che non si capiva se il silenzio mafioso era rivolto a Napolitano o no. E, aggiungo, mi sembra paradossale che queste precisazioni sul minutaggio degli interventi di Di pietro vengano da persone (e non mi rivolgo a lei) che per molto meno sono pronte a dare del mafioso a chiunque. Questo è incredibile e vergognoso. Io ho il diritto di sbagliare e di ammetterlo. Non ho problemi perchè ho la coscienza a posto. Certi "dipietristi" non ammettono mai nulla, dicono di possedere la verità e insultano chiunque non la pensi come loro.