venerdì 29 agosto 2008

Il corsaro dell'informazione

Zanzara un po' fiacca, quella di ieri, in quanto le notizie sulle quali è stata orchestrata la trasmissione (la censurabile immersione proibita di Gianfranco Fini nell'arcipelago toscano, l'assurdo cambio di nome dell'aeroporto di Comiso, e gli insulsi gossip sul ministro Mariastella Gelmini) erano tutto sommato di secondo piano.

Per fortuna, a portare qualche spunto di riflessione ha contribuito l’intervento in diretta di Filippo Facci (definito “corsaro dell’informazione” dal conduttore supplente Luca Telese), che nonostante avesse una voce più moscia e scazzata del solito ha comunque detto un paio si cose su cui vale la pena soffermarsi.

Dopo aver difeso Fini criticando l’esistenza di riserve naturali integrali (cioè luoghi in cui qualunque presenza umana è sostanzialmente vietata. Meno male che esistono, dico invece io), Facci ha dato una risposta interessante a Luca Telese, il quale stimolato da un ascoltatore che gli chiedeva conto del suo essere comunista e, al contempo, collaboratore de Il Giornale, gli ha chiesto: “Qual è il rapporto tra una testata (giornalistica) e la propria libertà (di giornalista)? Perché molti si aspettano che se uno lavora per Il Giornale debba per forza difendere il Popolo della Libertà?

Risposta di Facci: “L'ultima cosa da fare è cercare dei riscontri della propria libertà nei giudizi degli altri, perché in questo modo si va incontro a grandissime amarezze”.

Poi Facci ha proseguito sostenendo che il motivo per cui molte persone bollano insensatamente chiunque di faziosità è quello di giustificare il disagio che si prova nel vivere in un modo ingiusto che regala poche soddisfazioni.

Tutto molto bello. Peccato che poi sia proprio Facci a tradire questa linea di pensiero nel momento in cui si accanisce con inaudita ferocia contro qualunque cosa dica e scriva Marco Travaglio. E ribadisco qualunque cosa, a prescindere, in quella che io ebbi già modo di definire "tragica ossessione". Peccato che Telese non abbia saputo o voluto cogliere la palla al balzo per fargli notare questa gigantesca incoerenza.

A proposto di Travaglio, vi segnalo che Luca Telese (suo grande fan, a differenza di Giuseppe Cruciani) è intervenuto direttamente e ripetutamente in un thread nel forum del sito MarcoTravaglio.it, scrivendo numerosi interessanti post su vari temi, inclusa la sua permanenza alla Zanzara.

Dateci un'occhiata, se vi va, e lasciatami dire che Telese è davvero in gamba. Non adattissimo a condurre la Zanzara, forse, ma secondo me il direttore di Radio 24, Santalmassi, farebbe bene a proporgli una trasmissione settimanale o una striscia quotidiana di commento leggero.

Contributo multimediale del giorno: parlando di corsari, c’è qualche trentenne, là fuori, che non ha nel cuore il ricordo di Capitan Harlock? Eccovi il video con la sigla integrale.





Il suo teschio è una bandiera che vuol dire libertà,
vola all'arrembaggio però un cuore grande ha!

giovedì 28 agosto 2008

Candidato all'obitorio

Finalmente ieri sera Luca Telese ci ha regalato una bella Zanzara, corale e non monotematica.

In particolare, la puntata è stata impreziosita dagli interventi di tre ospiti illustri: Peppino Caldarola che si è dilettato nel lanciare le solite palate di letame sul PD, una grintosissima Concita De Gregorio, che ha presentato la sua nuova Unità, quotidiano di cui è neo direttrice (leggi l'editoriale di insediamento), e Daniela Santanchè, colei che crede in Dior (straordinaria battuta dell'imitatrice Paola Cortellesi, vedi l'esilarante video su YouTube), della cui esistenza sulla scena politica ancora non mi capacito.

A proposito di letame sul PD… Anche Telese non ci è andato leggero quando, con ironia un po' troppo macabra, ha definito il PD “cadaverificio” (testuale).

E' vero che nel PD ci sono innumerevoli ambiguità originate dalle mille fazioni interne in continua lotta tra loro, ed è altrettanto vero che il risultato elettorale è stato deludente. Tuttavia, sarei cauto nel recitare prematuramente il de profundis del maggiore partito di opposizione.

Il 13 aprile, contro questo Berlusconi che furbescamente si è cucito addosso un vestito da decisionista, da risolutore di problemi, avrebbe perso chiunque. L'elettorato cercava con forza un Mister Fix-It, e, ciecamente, lo ha identificato nel cavaliere.

Il PD ha cinque anni di tempo per costruire una solida alternativa, non uno solo (le elezioni europee contano come il due di picche nella briscola). Però è chiaro che più si ritarda il momento in cui viene presa senza tentennamenti una direzione chiara nelle proposte politiche da perseguire, e peggio è.

Sicuramente, quello che più manca a questo partito – e lo dico con dispiacere, perché ho stima di Veltroni - è un leader forte, un timoniere, un condottiero con i controcoglioni che, investito di pieni poteri, faccia da contraltare al cavaliere.

Per chiudere, ringrazio molto Telese per aver citato in diretta (di sua iniziativa) questo blog.

Vi faccio anche presente che per fare un po' il verso al cadaverificio di Telese, ho intitolato il post di oggi omaggiando un bel film d'azione del 1975, con Charles Bronson.


Bronson


mercoledì 27 agosto 2008

I shot the sheriff

L'anima rifondarola (nel senso di Rifondazione Comunista) di Luca Telese si è palesata chiaramente durante la Zanzara di ieri, nella quale il collaboratore de Il Giornale ha imposto il tema, non nuovissimo ma comunque sempre attuale, dei sindaci sceriffi.

In modo non poi così sorprendente, Telese si è dichiarato non entusiasta dei poteri speciali che il recente pacchetto sicurezza ha assegnato ai sindaci delle città, paventando un’eccessiva limitazione delle libertà personali per via del proliferare di regole, divieti, delibere e ordinanze che vanno a punire i più disparati comportamenti "anomali".

In realtà, Giuseppe Cruciani, il conduttore titolare della Zanzara, assente questa settimana, negli ultimi tempi aveva già irriso molti strampalati provvedimenti presi di recente da certi sindaci (uno per tutti, il divieto di condividere la stessa cannuccia tra più persone), ma sempre prendendo di mira le iniziative legate al cosiddetto decoro e alla presunta salvaguardia della salute pubblica. Mai, invece, Cruciani si era opposto ai provvedimenti dei sindaci strettamente legati alla sicurezza e all’incolumità dei cittadini.

A questo proposito, non so quanto avrei pagato per vedere la faccia di Cruciani mentre ascoltava Telese ieri autodefinirsi, ricordando i famosi provvedimenti di Graziano Cioni, assessore di Firenze per la sicurezza, "un grande fan dei lavavetri”. Riesco a immaginarmelo nitidamente, il mento di Cruciani, cadere e schiantarsi sonoramente per terra (insieme al mio).

Eppure, una buona domanda Telese l'ha posta. “La buona educazione si può ottenere per decreto”?. Per lui – lo si è intuito – la risposta è no. Probabilmente è così, ma in certi casi regolamentare aiuta. Basti pensare al fumo nei luoghi pubblici: prima della legge Sirchia, discoteche, bar, ristoranti e pizzerie erano delle camere a gas, e le cose non sarebbero mai cambiate se non fosse intervenuta una severa regolamentazione.

Con questo non voglio dire che approvo in toto la proliferazione di divieti, dato che molti sono a dir poco assurdi. Sostengo semplicemente che bisogna giudicare caso per caso, e più in generale trovo giusto che i sindaci abbiano formalmente il potere di stabilire regole restrittive, in modo da poter gestire al meglio situazioni locali di preoccupazione.

Se poi, da parte dei sindaci sceriffi ci dovessero essere degli abusi, i cittadini li puniranno alle prossime elezioni.

Contributo multimediale del giorno: scontatissimo, banale, lo so, ma, come si suol dire, cade a fagiuolo. Eccovi dunque "I shot the sheriff", celebre canzone di Bob Marley, qui proposta in un'intensa interpretazione live di Eric Clapton e Phil Collins.




martedì 26 agosto 2008

Italia sì, Italia no, Italia gnamme

Il secondo interregno di Luca Telese alla Zanzara è cominciato come era finito il primo, e cioè con un approccio alla conduzione profondamente diverso rispetto a quello di Giuseppe Cruciani. Mentre il conduttore titolare è solito mettere sul tavolo un nugolo di temi lasciando che siano gli ascoltatori, spontaneamente, a privilegiarne alcuni rispetto agli altri, Telese invece stabilisce a priori un argomento di discussione e lo impone.

L’argomento di ieri, stimolato dalle recenti azzardate dichiarazioni (poi in parte corrette) del ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini sui professori del sud che dovrebbero fare corsi di recupero, era "Le due Italie".

La Zanzara che ne è venuta fuori è stata piuttosto vivace, anche se a tratti la trasmissione è sfociata in una degradante contrapposizione Nord/Sud, farcita di stereotipi e luoghi comuni. I nordisti sfegatati non hanno perso l’occasione di manifestare il loro scarso apprezzamento per qualunque cosa non sia padana. I sudisti sfegatati, dal canto loro, hanno alzato le barricate come se fossero sotto assedio, rilanciando una sorta di orgoglio meridionalista.

Tutto questo ai miei occhi è semplicemente stucchevole.

Che ci siano vistose differenze nelle dimensioni della produzione di ricchezza tra le due parti del paese è un dato reso evidente da tutte le statistiche, ma tutto ciò è dovuto a questioni di natura sociale, economica e politica, che non hanno nulla a che fare con la scuola.

L’idea che in Italia ci sia un problema derivato dall’origine geografica della maggioranza dei professori è semplicemente ridicola, e se sarebbe stato del tutto sensato invitare un unico ospite per smontare questa tesi così peregrina, imbastire un dibattito che ha percorso l’intero arco della trasmissone mi è sembrato eccessivo. In certi momenti, ieri, mi sono sentito trasportato vent’anni indietro nel tempo, nel bel mezzo di una puntata di Aboccaperta, con Gianfranco Funari.

Contributo multimediale del giorno: il video della la storica esibizione di Elio e Le Storie Tese, con "La terra dei cachi", a Sanremo 1996.




Italia sì, Italia no, Italia gnamme
Se famo du spaghi
Italia sob Italia prot
La terra dei cachi

lunedì 25 agosto 2008

Bad boys

Venerdì 22 agosto, Giuseppe Cruciani, nella sua ultima giornata da conduttore prima di ri-cedere il testimone, per un'intera settimana, al giocondo Luca Telese, si è ritrovato suo malgrado a dover dedicare un'altra puntata della Zanzara al tema della sicurezza stradale, in seguito alla terribile morte di una donna incinta, che, con la sua auto, è stata investita, ad Anzio, da un altro veicolo condotto da un giovane sotto l'effetto della cocaina.

Il destino, per questa donna, è stato davvero beffardo: solo un paio d’ore prima dell'incidente, il giovane era stato fermato da una pattuglia dei carabinieri e sottoposto al test dell'etilometro con esito negativo (ma l’etilometro certifica l’uso di alcool, non l’uso di droghe).

Purtroppo, come uno sconsolato Cruciani ha giustamente fatto osservare anche grazie al contributo in diretta del dirigente del sindacato unico degli agenti di Polizia, Maurizio Marchi, le forze dell’ordine hanno scarsi mezzi per operare narco-test, per via di una gravissima carenza nella disponiblità delle appropriate apparecchiature.

I motivi di tale carenza sono da imputare in prima battuta ad una legislazione ancora vaga sul tema, ma, secondo Marchi, va registrata anche una certa mancanza di sensibilità da parte degli enti (ad esempio le polizie locali) che potrebbero comunque scegliere di loro iniziativa di dotarsi degli strumenti per il narco-test.

Cruciani ha anche citato, facendo trasparire una certa invidia, l’esempio dell’Inghilterra, dove il test sul tasso alcolico e quello anti-droga vengono eseguiti in modo sistematico a chiunque venga fermato, e se si è positivi si passa come minimo una notte in cella. Troppa severità? Secondo me no.

E comunque, se c’è qualcuno che ha idee migliori su come esercitare un'efficace opera di prevenzione, si accomodi pure nei commenti del post. La sola cosa che chiedo e di non criticare l’esempio inglese usando ancora una volta a sproposito la parola fascismo.

Chiudo il post con il contributo multimediale del giorno: il video-clip di Bad Boys, ad opera della band reggae giamaicana Inner Circle. La canzone è particolarmente popolare in America in quanto, da moltissimi anni, è usata come sigla del programma televisivo COPS, un reality sulla polizia dove dei veri interventi delle forze dell’ordine sono seguiti in presa diretta.





Bad boys, bad boys, what you gonna do?
What you gonna do when they come for you?


venerdì 22 agosto 2008

Il punto interrogativo

Tra i temi trattati durante la Zanzara di ieri, il più interessante è stato quello relativo all’intervista rilasciata, con toni abbastanza informali, dal segretario dell’ANM, Giuseppe Cascini a Klaus Davi sul canale YouTube Klauscondicio. Il conduttore Giuseppe Cruciani ha fatto ascoltare due frammenti dell’intervista, esprimendo perplessità in entrambi i casi.

Nel primo frammento, Cascini paventa un possibile futuro controllo politico del potere giudiziario, secondo un modello autoritario di stampo fascista.

Cruciani ha fatto notare che la politica nel CSM già c’è, e che inoltre sarebbe ora di finirla di fare continuamente richiami al fascismo. Su quest'ultimo punto mi dichiaro d’accordo con il conduttore della Zanzara. Basta, basta, basta usare questa parola, che vuol dire tutto e niente e che regala facili argomenti di rimando al destinatario dell’epiteto, con la conseguenza che, anziché concentrarsi sul tema specifico, il discorso si sposta sullo stucchevole confronto relativo alla semantica della parola "fascismo".

Sulle intrusioni politiche negli organi di controllo della magistratura, invece, sono completamente sulla linea di Cascini: il fatto che un po’ di politica ci sia già non è affatto un buon motivo per incrementarne ulteriormente la dose.

Nel secondo frammento di intervista, Cascini, rispondendo ad esplicita domanda di Davi, menziona i passati processi di Berlusconi, ricordando che in alcuni casi essi si sono chiusi con la prescrizione. Il segretario dell'ANM ha fatto presente che, sebbene la prescrizione tecnicamente abbia lo stesso effetto dell’assoluzione, è scorretto equiparare i due concetti, specie se si tiene conto che nel caso di Berlusconi la prescrizione è intervenuta a seguito di leggi ad-hoc approvate dal suo governo nel 2002.

Cruciani, pur concedendo che Cascini ha parlato “in punta di diritto”, ha avuto parecchio da ridire, in particolare su questa distinzione tra assoluzione e prescrizione. Anche stavolta io mi schiero al mille per mille con Cascini, il quale con grande pacatezza e moderazione, ha semplicemente detto le cose come stanno, né più né meno.

Ricordo distintamente che fino a non molti anni fa un processo poteva terminare con sentenza di assoluzione "con formula dubitativa". Non c’è quindi nulla di nuovo né di sconvolgente nel ritenere che una persona possa uscire da un processo sì libero e pulito, ma con un bel punto interrogativo incollato alla fronte.

Poi questa incertezza ognuno è libero di ignorarla, se preferisce (e la maggioranza degli italiani riguardo a Berlusconi lo preferisce), ma quando un processo si chiude senza arrivare a sentenza, nessuno può negare che il punto interrogativo c’è ed è lì, grande e grosso, visibile e luminoso come un fulmine in piena notte.


Fulmine

giovedì 21 agosto 2008

Duel

I singolari malintesi sul giro di vite per chi infrange il codice della strada tra il ministro dei trasporti Altero Matteoli e il suo sottosegretario Bartolomeo Giachino hanno fatto sì che la maggior parte dello spazio durante la Zanzara di ieri venisse speso a parlare di sicurezza stradale.

Cruciani si è limitato a fare il moderatore senza esprimere opinioni dirette, e pertanto stavolta mi devo accontentare di riportare la mia idea, anche perché, secondo me, tra i tanti commenti che ho sentito non è stato centrato il punto.

Io ho vissuto per un certo periodo negli Stati Uniti e posso testimoniare che oltreoceano lo stile di guida medio è decisamente più tranquillo. Le motivazioni, vi assicuro, non sono affatto legate ad una questione culturale. La vera causa è il fatto che le strade americane sono stracolme di pattuglie della polizia che non si nascondono dietro la curva, una volta al mese, per fermare con la paletta lo sfigato di turno, ma circolano continuamente perlustrando il territorio avanti e indietro, senza soluzione di continuità. E quando notano un driver che va troppo veloce, lo inseguono a sirene spiegate, lo fanno accostare e gli fanno un culo così.

Non c’è altra soluzione che questa. Inutile menarla con gli autovelox, gli etilometri, le patenti a punti, e gli esami della patente più severi. Sono solo le pattuglie che circolano 24 ore al giorno per le strade (ripeto: per strada, non nascoste occasionalmente dietro la curva), unico efficace deterrente, a poter fare la differenza.

Anche oggi, così come ieri, vi lascio con una chicca cinematografica ispirata dal tema del giorno: un clip, tratto da YouTube, con le scene più coinvolgenti di Duel, il celebre road-movie di Steven Spielberg. Capolavoro.


mercoledì 20 agosto 2008

Per qualche dollaro in più

Durante la Zanzara di ieri, oltre al caso De Angelis già ampiamente discusso nella puntata precedente, molto spazio è stato dedicato all'episodio di Aprilia che ha visto protagonista un tabaccaio, il quale, vittima di una rapina, ha reagito sparando col fucile e uccidendo uno dei banditi.

Questo genere di eventi è purtroppo abbastanza ricorrente (accadde qualcosa di analogo lo scorso maggio a Fucecchio e se ne parlò sia alla Zanzara che qui nel blog) e ogni volta si fanno sempre gli stessi discorsi. Se solo una minoranza delle persone tiene in conto il fatto che una persona è morta, la maggior parte dei cittadini è portata per istinto a solidarizzare incondizionatamente con lo sparatore, scandalizzandosi se egli viene indagato per omicidio volontario.

Cruciani, che giudico sempre molto equilibrato quando tratta questo tema, si è sforzato nel tentare di tenere i toni dei commenti degli ascoltatori su un livello di pacatezza, ma ha comunque fatto fatica nel tenere a freno la sete di "giustizia diretta" delle persone che sono intervenute in diretta.

Il problema è che è impossibile giudicare queste situazioni senza conoscere in grande dettaglio i fatti. Dividersi in innocentisti e colpevolisti semplicemente non ha senso, ed è sacrosanto che, da parte degli inquirenti, ci siano indagini approfondite. Il confine tra legittima difesa e omicidio a sangue freddo può diventare labile, e non si può far finta che non sia successo nulla. Caso per caso, bisogna sempre verificare bene la successione degli eventi e andare a fondo in ogni particolare.

Se poi, nel caso specifico di Aprilia, il tabaccaio ha davvero agito per proteggere la propria incolumità, bisogna aver fiducia nel fatto che le accuse contro di lui verranno senz’altro ritirate in tempi brevi. Non si deve dubitare di ciò, in quanto sarebbe folle ipotizzare che esistano magistrati smaniosi si perseguire le vittime di violenze.

Cambiando discorso, chiudo l'articolo di oggi facendovi presente che, come forse avrete notato dagli ultimi post, ho deciso di arricchire il blog con qualche tocco di multimedialità (immagini, suoni, video). Il tema di oggi mi ha riportato alla mente la straordinaria scena del duello scandito dal suono del carillon nel film "Per qualche dollaro in più" del grande Sergio Leone, e ho pensato di proporvela. Una rapida ricerca nel magico universo di YouTube e voilà, eccola qua. Buona visione.



Quando la musica finisce, raccogli la pistola e cerca di sparare. Cerca.

martedì 19 agosto 2008

Train de vie

Torno dalle vacanze, nelle quali ho tenuto rigorosamente spente radio e TV, e mi ritrovo con una Zanzara extralarge, più lunga di un’ora rispetto al solito, immagino per temporanee esigenze di palinsesto in questo periodo agostano e olimpico.

Tra i temi trattati nella puntata di ieri, lunedì 18 agosto 2008, il più coinvolgente è stato quello relativo al licenziamento del ferroviere Dante De Angelis sancito dai vertici delle Ferrovie dello Stato per aver procurato allarme (ingiustificato, secondo le FS) tramite dichiarazioni con le quali si metteva in dubbio la sicurezza degli Eurostar.


Locomotiva


Pur non prendendo una posizione netta, il conduttore della Zanzara, Giuseppe Cruciani, non prendendo le difese di De Angelis ha fatto capire di non disapprovare la duro provvedimento deciso dall’azienda. “Quando sento” – ha detto Cruciani – “un macchinista dire che un treno potrebbe spezzarsi in corsa e far morire centinaia di passeggeri, qualche dubbio mi viene”.
(Si intendeva qualche dubbio sulla serietà di chi lancia questo allarme e sulla reale esistenza del pericolo paventato).

Anche a me, devo dire, sembra pazzesca l’idea che le FS possano mettere a repentaglio la vita dei viaggiatori, e inoltre, più in generale, considero sgradevole che un dipendente parli male pubblicamente dell’azienda per cui lavora. Anziché rilasciare dichiarazioni pubbliche, De Angelis avrebbe fatto meglio a esporre le proprie preoccupazioni solo internamente all’azienda.

Tuttavia, mi sento di giudicare eccessivo il licenziamento in tronco. E’ una sanzione che suona più come una vendetta verso un sindacalista che già in passato aveva portato guai all’azienda che non come un commisurato provvedimento disciplinare. Altre misure, meno sproporzionate, potevano essere prese: ad esempio una sospensione temporanea senza stipendio.

Va inoltre ricordato che lo stesso De Angelis, intervistato ieri in diretta da Cruciani, ha detto che nelle sue intenzioni non c’era la volontà di procurare un forte allarme ma bensì il proposto di stimolare appropriate verifiche tecniche e strutturali. A mio avviso, il beneficio del dubbio va concesso, e non credo di sbagliarmi se ipotizzo che il tribunale del lavoro, con ogni probabilità, ordinerà il reintegro del lavoratore.

venerdì 1 agosto 2008

Be right back

[Nota: dopo questo post, il blog chiude per ferie. Si riapre la settimana che inizia il 18 agosto.]

L'enorme diversità, sia per forma che per contenuti, nella gestione della Zanzara tra il supplente Luca Telese e il titolare (assente in questa settimana) Giuseppe Cruciani si è ulteriormente rimarcata nella puntata di ieri, giovedì 31 luglio 2008, caratterizzata da un clima semi-vacanziero che dubito Cruciani avrebbe mai adottato.

Non che io ne sia rimasto particolarmente disturbato, intendiamoci. Una puntata leggera ogni tanto ci può anche stare, specie in una giornata in cui i temi politici hanno offerto zero spunti. Però, il dedicare la maggior parte della trasmissione al presunto plagio di Jovanotti forse non è stata proprio una scelta nel solco della tradizione della Zanzara, mettiamola così.

Ai fedelissimi della Zanzara (che Telese chiama "zanzaristi", ma io preferisco "mosquitos") piacciono la politica e l'attualità seria o seriosa, per quanto condite con un pizzico di ironia. Per le notizie legate al mondo dello spettacolo o dello sport (vedi questione doping) ci sono altre trasmissioni più adatte.

Quanto sopra non deve essere letto come una forma di dileggio nei confronti di Luca Telese, che è invece molto abile oltre che affabile e vivace. Tuttavia, ciò non toglie che il suo approccio camp alla conduzione, per quanto possa ben applicarsi ad una singola settimana di relax estivo in assenza del capo, mal si addice alla tradizione di una trasmissione che aspira a rappresentare qualcosa che va molto oltre il semplice intrattenimento.

A proposito di relax… E' giunto il momento per il vostro Authan di ricaricare le pile, e di godersi quindici giorni di meritata vacanza. Il blog va in stand-by fino al 18 o 19 agosto, ma voi, naturalmente, sentitevi liberi di continuare a postare i vostri commenti, se lo desiderate.

Noi ci vediamo o ci sentiamo presto. Sennò, al limite, ci pensiamo.

BRB