giovedì 31 luglio 2008

Who watches the watchmen?

Luca Telese, il conduttore supplente della Zanzara, durante la puntata di ieri ha spinto molto sulla notizia delle telecamere di sicurezza nei taxi di Milano, che a breve, una volta installate, riprenderanno quel che avviene nei sedili posteriori.

E' giusto o no”, si è chiesto Telese, “essere un po’ meno liberi, nella propria privacy, e un po’ più sorvegliati in nome della sicurezza?

Più nello specifico, stiamo parlando di un provvedimento banalmente volto a proteggere l’incolumità dei taxisti, o è l’ennesimo piccolo passo in direzione di uno stato senza privacy, dove tutto e tutti sono sotto costante videosorveglianza stile 1984 di George Orwell o V for Vendetta di Alan Moore?

Telese, che nei giorni precedenti, su altri temi, aveva preferito non dichiararsi, stavolta ha invece voluto essere esplicito, esprimendo un’opinione contraria alla propagazione senza freni di telecamere in ogni dove.

Io credo che la domanda fondamentale non è tanto se sia giusto o no installare le telecamere, perché in tutta onestà comprendo pienamente il desiderio di protezione dei taxisti così come comprendo quello dei negozianti. La domanda fondamentale, invece, è: cosa viene fatto di preciso delle registrazioni?

E inoltre: chi custodice le registrazioni e per quanto tempo? Chi garantisce che esse vengano effettivamente distrutte una volta scaduto il periodo previsto? Quali sono le pene per chi viola le norme? Quali sono esattamente i controlli che congono fatti? E chi controlla i controllori?

E’ di questo, a mio avviso, che si dovrebbe parlare. La telecamera è solo uno strumento, che di per sé non è né demoniaco né è la panacea di ogni male. E’ l’uso che se ne fa che conta, e che va regolamentato con grande cura, prevedendo pene severissime per chi abusa di mezzi di videosorveglianza per scopi illegittimi.

Personalmente, io non sono per nulla certo che l’attuale legislazione sia sufficientemente garantista, non tanto sul tema di cosa si possa riprendere e cosa no, ma piuttosto su quello della verifica dell'effettiva distruzione delle registrazioni quando tale operazione è dovuta.

mercoledì 30 luglio 2008

Principio di civiltà

E' andato in onda ieri sera, su Radio 24, il secondo episodio dell'intermezzo telesiano alla Zanzara, e i risultati sono stati migliori rispetto a quelli di lunedì.

Il gaudente e istrionico Luca Telese, che sino al termine della settimana terrà le briglie della Zanzara, una volta lasciate da parte le incertezze del giorno precedente, nonché il desiderio di recitare la parte del brillante a tutti i costi, ha portato a termine una discreta puntata, pur mantenendo il rivoluzionario approccio in base al quale i temi di discussione su cui i radioascoltatori possono disquisire sono prestabiliti e non liberi.

Se non mi ha entusiasmato l'argomento doping, più adatto ad una trasmissione sportiva, ho invece trovato particolarmente interessante la querelle relativa alla norma che pone una stretta sui requisiti per accedere all'assegno sociale. Su tale tema, ieri è intervenuto in diretta il deputato leghista Maurizio Fugatti, il quale ha sostenuto che devono essere necessari ben dieci anni di residenza in Italia (oltre agli altri requisiti di età e reddito) per avere diritto all’assegno. Tutto ciò mi ha lasciato interdetto.

Un conto è colpire chi delinque, e lì è sacrosanto picchiare duro. Ma togliere l'assegno sociale (che, detto per inciso, non è una pensione legata agli anni di lavoro, ma una misura di sostegno per chi è indigente) all'ultrasessantacinquenne straniero, anche se con regolare permesso di soggiorno, che, a prescindere dalla nazionalità, rientra in tutti gli altri limiti che stabiliscono il diritto all'assegno, è semplicemente indecente.

Se una persona vive legalmente in Italia, a mio avviso deve aver gli stessi diritti di protezione sociale di un italiano. Questo è un principio di civiltà, prima ancora che di legalità.

Che senso ha, dico io, prendersela con la nonnina albanese? Quali immensi benefici economici potrà mai portare al Paese il risparmio di un pugno di euro ottenuto negando l’assegno agli stranieri (gli aventi diritto sarebbero poche migliaia, se prendiamo per buoni i dati citati ieri da Telese)? Nulla di realmente sostanzioso, lo si ammetta. In compenso, provvedimenti di questo tipo lanciano indirettamente un messaggio xenofobo, un effetto collaterale del quale non si sente affatto il bisogno.

Telese ieri ha espresso in sostanza il mio stesso pensiero, e di ciò io ne sono rimasto molto lieto.

martedì 29 luglio 2008

L'allegro demiurgo

E' impossibile negarlo, la Zanzara senza Giuseppe Cruciani non è la stessa cosa.

Avevo già provato questa sensazione nel mese di giugno, durante le tre settimane di interregno liberal della Zanzara, sotto la guida di Corrado Formigli (al quale, peraltro, mi ha accomunato un'identità di vedute pressoché assoluta), ma l'ascolto della trasmissione di ieri, condotta dal collaboratore del quotidiano Il Giornale Luca Telese (in foto qui sotto) per via del nuovo periodo di assenza di Cruciani, ha ulteriormente comprovato questa valutazione.


Telese


Tuttavia, sarebbe sciocco pretendere che Cruciani, quando assente, venga rimpiazzato da un clone, e pertanto è bene sforzarsi di cogliere ogni aspetto positivo determinato dall'effetto novità, incluse le innovazioni che Telese ha voluto apportare per distinguersi dal totem Cruciani ritenuto da egli stesso, non a torto, “impareggiabile, inimitabile, irraggiungibile”.

L'innovazione principale che Telese ha tentato di introdurre è stata quella di dare un canovaccio alla trasmissione. Una sorta di scaletta nella quale i temi si susseguono sequenzialmente, cosa che con Cruciani assolutamente non avviene. Peccato però che, per rompere il ghiaccio, Telese abbia pensato di lanciare un astruso dibattito su cosa sia la sinistra e cosa la destra, ieri e oggi, che nessuno si è filato.

E' andata un po’ meglio con i temi successivi: le adozioni per le coppie di fatto e il divieto di accesso agli ambulanti nella spiaggia di Forte dei Marmi, anche se in realtà molti ascoltatori, più focalizzati sugli statali fannulloni, sul lavoro precario e sul Lodo Alfano, sono stati un po forzati a parlare dei temi "in scaletta".

La seconda innovazione di Telese è consistita nel far interagire gli ospiti (ieri Alessandra Mussolini e il sindaco di Forte dei Marmi) con gli ascoltatori che intervenivano in diretta. Di fronte a questo intento, però, sarebbe opportuno che il conduttore annunciasse fin dall’inizio della trasmissione il nome degli ospiti e gli argomenti su cui essi vengono chiamati in causa, così da facilitare poi scambi di vedute pertinenti e non improvvisati.

Terza e ultima innovazione telesiana è stata l’approccio alla conduzione, alla quale Luca Telese, allegro demiurgo, ha voluto dare un'impronta ilare, gioviale, in certi momenti quasi cabarettistica, molto diversa da quello del più serio e riflessivo Cruciani (a cui comunque non fa difetto l’ironia, quando serve).

Va tutto bene, ma c’è un aspetto di cui si è sentita molto la mancanza: il conduttore della Zanzara, chiunque sia, deve prendere posizione sui vari temi in ballo. Deve dichiararsi, dire come la pensa, o almeno farlo trasparire tra le righe. Non basta fare il moderatore. Bisogna invece soffiare un po' sul fuoco, perché altrimenti il dibattito rischia di ristagnare su livelli sciatti, come in parte è successo ieri.

Nella speranza che questi consigli possano risultare utili, auguro a Luca Telese buon lavoro per questa sua avventurosa settimana da “succedaneo”, come egli stesso si è autodefinito.

lunedì 28 luglio 2008

Fatti distorti

Se ne avete letto il manifesto, saprete senz'altro che questo blog è aperto a collaborazioni esterne. E' cioè possibile, previo accordo, la pubblicazione di guest post redatti da autori ospiti. Oggi questa opportunità viene inaugurata con un articolo a firma di Lele & Sandro, nel quale viene commentata la Zanzara di venerdi 25 luglio introducendo la novita della presenza di alcuni frammenti audio tratti dalla trasmissione di Cruciani. Buona lettura e buon ascolto :-) da Authan.


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[Attenzione: questo è un guest post a firma di Lele & Sandro.]

Puntata con un paio di spunti interessanti, quella di venerdì 25 luglio, nella quale gli interventi degli ascoltatori sono stati tutto sommato in sintonia con gli argomenti proposti dai TG nazionali.

Tra i personaggi degni di nota, spicca nuovamente l’on. Emerenzio Barbieri (che già qualche giorno fa si era espresso sulla scarsa qualità del ristorante del Parlamento, e altre amenità del genere), il quale pare proprio sensibile ai problemi del vivere quotidiano (dei politici). Ascoltate questo frammento audio:



Indignarsi è fin troppo facile, nell'ascoltare queste parole. Molti ascoltatori lo hanno fatto in diretta, ricevendo il pieno consenso del conduttore, Giuseppe Cruciani.

Ovviamente Barbieri si guarda bene dallo specificare che i senatori percepiscono uno stipendio, un indennizzo di soggiorno, un indennizzo di missione, un indennizzo per i viaggi, e 4150 euro di telefonate per ogni senatore, pagate a spese dello stato. Senza contare che al senato, dal 2002 al 2004, sono stati spesi quasi 207 milioni di € (206.966.318,29 di €) per le indennità di viaggio agli ex senatori. Mentre la Camera nel 2006 ha speso 89 milioni di assegni vitalizi diretti agli ex deputati.

Senza voler elencare i numeri, comunque reperibili dal bilancio del Senato o della Camera, la Camera nel 2006 ha speso 90 milioni di euro di stipendi, e fornisce rimborsi ed indennizzi vari per quasi 75 milioni di euro (oltre ai vitalizi degli ex deputati). Inoltre, i nostri parlamentari hanno un trattamento pensionistico grazie al quale, a 65 anni di età, dopo una legislatura (5 anni), anche se completata per metà, avranno un vitalizio (un lavoratore medio dovrà lavorare seriamente 30 anni per avere una pensione che sia quantomeno "decente").

Secondo L'Espresso ci sono 1.377 ex deputati e 861 ex senatori (2.238 ex parlamentari) ancora a libro paga (pensione minima percepita: 3.108 euro al mese per 5 anni di legislatura). A questi si aggiungono oltre mille ex parlamentari morti ai cui familiari vengono conferiti gli assegni di reversibilità.

Non volevamo scendere fino a questo livello di dettaglio, ma dopo aver ascoltato le arringhe di Barbieri, ci sembrava il minimo.

Altro momento interessante della trasmissione (forse il migliore), è stata l'intervista all’on. Gianluca Buonanno, della Lega Nord, durante la quale un deciso Cruciani lo ha incalzato più volte a proposito della sua infelice uscita verso l'on. Rita Bernardini (radicali/PD). Naturalmente il povero Buonanno ha avuto serie difficoltà a dare concrete spiegazioni. Ascoltiamo, col seguente frammento audio come sono andate le cose:



Pare non ci sia niente da fare. Buonanno ripete come un disco rotto che non accetta lezioni di moralità dall'on. Bernardini, definendola una spacciatrice di droga.

E' veramente così? Quali sono i fatti?

La Bernardini, oltre a Pannella e ad altri attivisti radicali, nell'ottobre del 1997 in piazza Navona partecipò ad una manifestazione antiproibizionista, distribuendo, a titolo gratuito, alcune bustine di hashish.

Senza entrare nei meandri politici della vicenda, si può forse non condividere il "metodo" da lei utilizzato nel corso di quella manifestazione, ma certo è che, ad ascoltare Buonanno, l’accusa alla Bernardini pare solo un banale pretesto per non affrontare l’argomento dei privilegi politici.

Tra l’altro, sostenere che la Bernardini ha avuto quattro mesi di condanna e che da lei non accetta la morale è cosa risibile, in quanto ci sono vari pregiudicati in parlamento - in special modo nella maggioranza di Governo - per reati anche più gravi: se si dovesse adottare con tutti questo metro di giudizio, sarebbero diverse le persone con cui Buonanno non dovrebbe avere a che fare.

Un altro ascoltatore ha fatto poi notare che è stato dato forse fin troppo risalto alla vicenda degli alpinisti bloccati sull'Himalaya e delle varie operazioni di salvataggio. Ci troviamo nuovamente, secondo Cruciani, di fronte alla spettacolarizzazione dei media nei confronti di questi eventi, rispetto per esempio alle morti sul lavoro - che, pur essendo fatti assai gravi, spesso fanno meno "notizia".

E, sempre in merito alla distorsione delle notizie da parte dei media, raccogliamo volentieri una sagace provocazione (presentendovi, qui di seguito, il relativo frammento audio, molto breve ma divertente) da parte di un ascoltatore, che, nella puntata di mercoledì 23 luglio, ha fatto osservare qualcosa che non tutti notano quando si parla di borse e mercati finanziari:


venerdì 25 luglio 2008

Discriminazioni intollerabili

Buona parte degli interventi degli ascoltatori, durante le Zanzara di ieri, è stata dedicata alle incredibili dichiarazioni del deputato PDL Emerenzio Barbieri (ex UDC), il quale ha lamentato l'umiliante situazione vissuta dai deputati per via delle intollerabili discriminazioni che essi subiscono rispetto ai senatori: niente diritto alla business class sugli aerei, ristorazione di qualità scadente, limitazioni sull’uso dei telefoni, e altro.

Inutile dire che la totalità degli ascoltatori intervenuti sul tema era a dir poco scandalizzata da queste dichiarazioni, che riportano in auge il concetto di casta quale élite dedita più alla cura dei propri piccoli e grandi privilegi che non agli interessi del paese.

Però, se da un lato è stato facile, per Cruciani, titillare il pubblico risentimento, dall’altro è stata persa un'occasione per partire da questo spunto e arrivare a fare qualche considerazione sull'attuale legge elettorale.

E' normale, secondo voi, che un elemento come Barbieri sieda in parlamento? Me lo chiedo per via del fatto che già nel settembre 2006 egli era salito alla ribalta per motivi analoghi, lagnandosi che al Senato il coiffeur era gratuito e alla Camera invece no. Ciò considerato, se Barbieri le preferenze avesse dovuto conquistarsele porta a porta, presumibilmente quante ne avrebbe ottenute?

Ha stra-ragione, secondo me, Mario Segni (tra i principali promotori del referendum elettorale che si terrà tra meno di anno), il quale, intervistato ieri in diretta da Giuseppe Cruciani, ha detto che le liste bloccate sono “il peggio del peggio”, nonché “una cosa ignominiosa”, che causa un “vulnus alla democrazia spaventoso”.

Finché lo urlano comici demagoghi e giustizialisti assetati di sangue si può anche far finta di niente, ma se lo dice un moderato come Mariotto Segni, forse sarebbe ora che qualcuno drizzasse le antenne.

giovedì 24 luglio 2008

Venditori di fumo

Durante la Zanzara di ieri, Giuseppe Cruciani ha mandato in onda un clip audio dove si sentiva il capogruppo dell’IdV al Senato, Felice Bellisario, riferirsi a Berlusconi appellandolo come “signor numero 1816 della loggia P2”.

Dopodiché, Cruciani ha chiesto: “vi piace questa opposizione? O siete invece interessati ad un’opposizione completamente diversa?” E a questo punto è partito un clip audio con la voce di Antonio Polito, il simpatico e baffuto direttore del Vangelo del Riformista, il quale sosteneva che sebbene il lodo Alfano sia chiaramente un provvedimento ad personam, non va rigettato, in quanto un'ipotetica condanna penale per il presidente del consiglio andrebbe a discapito di tutto il paese.

Ebbene, se questo fosse un sondaggio di quelli classici, io rientrerei nella categoria non so / non rispondo.

Il fatto è che, secondo me, la domanda di Cruciani è capziosa, o, se preferite, come si diceva a scuola una volta, il problema è mal posto. Lo è per il semplice motivo che Polito non fa realmente opposizione, ma spende la maggior parte delle sue energie a criticare (non sempre a torto) le opposizioni degli altri.

Io ho grande considerazione per il direttore del Riformista, ma troverei meraviglioso se egli si occupasse meno di difendere Berlusconi da Di Pietro e più, invece, di proporre efficaci idee volte a far sì che alle prossime elezioni ci sia un significativo spostamento del consenso.

Che Polito abbia una pessima opinione del partito dell’Italia dei Valori è chiaro, ed è una posizione più che legittima. Ma detto ciò, qual è nel concreto l’opposizione che Polito auspicherebbe? Io sarò anche duro di comprendonio, ma proprio non lo capisco, mentre se non altro è innegabile che lo stile di opposizione di Di Pietro, aggressivo e bellicoso, sia palese e lineare. E’ uno stile che si può condividere o no, ma almeno è chiaro ciò di cui si sta parlando.

Di Pietro demonizza Berlusconi sperando di convincere porzioni dell’elettorato di destra che il loro leader pensa solo ai suoi interessi, sfuggendo surrettiziamente alla scure della giustizia, e che non merita il loro consenso. E’ una strategia probabilmente fallimentare, ma, lo ripeto, almeno è chiara. La strategia di Polito invece qual è? Boh! Io vedo tanto fumo, ma poco arrosto.

Prima di chiudere, due parole sulla questione Tavaroli-D'Avanzo-Fassino e Repubblica. Nel suo intervento in diretta, ieri, Oscar Giannino, di Libero Mercato, nel prendere le difese di Piero Fassino, ha criticato apertamente le scelte di Repubblica e di Giuseppe D'Avanzo definendole un “colossale infortunio”, che “mette in cattiva luce tutto il giornalismo di approfondimento”, e che rischia di far passare per “venditori di fumo” anche i professionisti più scrupolosi.

Tutto molto interessante, naturalmente. Trovo solo divertente il fatto che Giuseppe D’Avanzo, dopo aver regalato lezioni di giornalismo a Marco Travaglio, ora le riceva da Oscar Giannino. Sembra l'inizio di una lunga catena, a proposito della quale viene spontaneo chiedersi chi stia al primo anello e chi all'ultimo.

martedì 22 luglio 2008

Sympathy for the devil

[Nota: al 99% domani, mercoledì 23 luglio, non avrò tempo di postare. In tal caso, a giovedì.]

Lo confesso. Ieri sera ho provato sincera simpatia (nell'accezione anglo-sassone del termine: simpatia intesa come compassione, solidarietà) per Giuseppe Cruciani, costretto, suo malgrado, a dedicare un'intera puntata della Zanzara alle nuove intemerate di Umberto Bossi, il quale, in un comizio a Padova, ha alzato il dito medio contro l'inno nazionale italiano, per poi prendersela con i professori del sud colpevoli di avere bocciato un ragazzo padano alla maturità (incidentalmente si trattava del figlio di Bossi, Renzo).

Povero diavolo, Cruciani. Lui che ambirebbe a portare il livello della discussione ad un plateau superiore, dove regna l'alta politica, deve invece disquisire se la melodia e le liriche del componimento di Mameli siano qualitativamente elevate o no.

Io, dal mio canto, di dedicare un post a Bossi, ministro della Repubblica anche se non si direbbe, non ne ho nessuna voglia. Non ne vale la pena. L'attenzione che ha ricevuto è stata già fin troppa. Mi limito a dire che secondo me, in ultima analisi, la vera essenza di Bossi (di Bossi, non di tutta la Lega) è riassumibile nel seguente brevissimo video, tratto dal film Eccezziunale veramente.





E allora, per concludere questo post, non mi rimane che tornare al nostro inno, che sarà pure una marcetta un po' sciocchina, accompagnata da un testo incomprensibile, ma che quando viene interpretata con i giusti arrangiamenti, arriva quasi a commuovere.

A me, quando ripenso all'intepretazione data da una dolce bimba alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Torino 2006, vengono ancora i brividi. Date un'occhiata a questo video, e provate a dirmi che vi lascia indifferenti, se ne avete il coraggio.





lunedì 21 luglio 2008

Alto e forte

Il supereroe Super-Brunetta, paladino dei lavoratori meritevoli e terrore degli assenteisti, è stato protagonista anche della Zanzara di venerdì 18 luglio, durante la quale, a parte qualche puntatina sui felici sviluppi dell’emergenza spazzatura a Napoli (onore al merito), si è parlato quasi solo delle iniziative del ministro della Funzione Pubblica contro i malati immaginari.

Ho già detto nel post precedente che Brunetta ha tutta la mia approvazione, e non sto a ripetermi. Mi limito solo a segnalare il mio apprezzamento per il giuslavorista e senatore PD, prof. Pietro Ichino (idolo assoluto), che, nel suo interessante intervento in diretta, pur non lesinando critiche a Brunetta, è stato propositivo indicando in una maggiore responsabilizzazione dei dirigenti pubblici, più che nella minaccia di visite fiscali a valanga, la strada da percorrere per incrementare i livelli di produttività.

Cosa rimane allora? Rimane una bella considerazione fatta da Cruciani, ma proprio bella bella, sui fatti del G8. Forse ancora più bella perché del tutto inattesa. Eccola:

Come non dare ragione, e bisogna dirlo alto e forte, al PM che ha chiesto più di cento anni di carcere per ventotto poliziotti per i fatti della scuola Diaz durante il G8 del 2001 a Genova. Il PM ha detto: i fatti addebitati sono gravi perché minacciano la democrazia molto più delle molotov lanciate. Ed è proprio così. La democrazia è maggiormente minacciata quando a infrangere le regole sono le forze dell’ordine.

Applauso e bacio in fronte.

Per chiudere in bellezza il post, a proposito di supereroi e a proposito di regole infrante, desidero riscrivere nuovamente una splendida frase pronunciata dal mutante Wolverine in una storia degli X-Men (i famosi supereroi della Marvel) di tanti anni fa. Una frase che mi è rimasta impressa e che amo citare per commentare situazioni, come quella della scuola Diaz, in cui chi dovrebbe dare il buon esempio, in quanto simbolo di un ideale superiore, manca al suo dovere.

We are heroes. We are supposed to stand for something.
We are supposed to play by the rules.
Because if we don’t, why should anybody?
(Wolverine, X-Men)

venerdì 18 luglio 2008

Conan il barbaro

Qualche appunto sparso sulla puntata di ieri, non proprio epocale, della Zanzara.

Parlando dell’ipotesi di reintrodurre l’immunità parlamentare, Giuseppe Cruciani ci ha fatto rivivere uno dei più gloriosi (sono ironico) momenti del parlamento italiano. Era il 16 marzo 1993, in piena era Tangentopoli, e il leghista Luca Leoni Orsenigo pensò bene di agitare un cappio nell’aula di Montecitorio. Meno di un anno dopo, nel 1994, Silvio Berlusconi entrava in politica e vinceva le elezioni politiche alleandosi proprio con la Lega.

Non so voi, ma io quando sento una parte della maggioranza tacciare una parte dell’opposizione di giustizialismo, sorrido allegramente sotto i baffi (che, per la cronaca, non ho) scuotendo la testa. Non ci sono limiti all’ipocrisia.

Si è poi parlato del ministro Renato Brunetta, che, a mio avviso, con la sua azione volta a migliorare l’efficienza della funzione pubblica, rimane la componente migliore di questo governo.

E’ vero, come in molti hanno osservato, che il recente dichiarato intento da dar luogo a sistematiche visite fiscali su tutte le assenze per malattia (anche quelle di un solo giorno!) è di fatto inattuabile, ma tale intento va osservato attraverso la giusta lente. Brunetta ha metaforicamente impugnato un nuovo bastone, o forse sarebbe meglio dire uno spadone enorme, stile Conan il barbaro, e lo sta facendo roteare sopra la propria testa con sguardo truce. Spesso, la semplice minaccia ha effetti maggiori rispetto all’azione vera e propria, e non a caso i tassi di assenteismo tra gli impiegati statali sembrano essere già in diminuzione.

Molti dipendenti pubblici si sono un po' risentiti per le iniziative di Brunetta e ieri hanno telefonato in massa per criticarlo. Cruciani, però, lo ha sempre difeso, e a mio avviso ha fatto benissimo.

Chiudo con Filippo Facci, che intervenendo ieri in trasmissione per dire che il processo Mills è “ridicolo” e per anticipare la sentenza di assoluzione per Berlusconi, non ha resistito alla tentazione di ironizzare su Marco Travaglio, tirandolo in ballo in modo del tutto gratuito, senza alcun motivo.

Qualcuno, secondo me, dovrebbe spiegare a Facci che farebbe meglio a liberarsi di questa sua tragica ossessione verso Travaglio. Se così non fosse, questa sua fisima, questo disagio alienante paragonabile all’infantile invidia del pene, prima o poi, psicologicamente, lo distruggerà.

giovedì 17 luglio 2008

Il Duce ha sempre ragione

Non poteva certamente passare inosservato lo show di Francesco Cossiga su Radio 24 ieri mattina, intervistato da Alessandro Milan durante la trasmissione Viva Voce (ascolta con Real Player, o visita YouTube).

E infatti le dichiarazioni del presidente emerito sono in larga parte state ritrasmesse durante la Zanzara di ieri, con sommo gaudio di un Giuseppe Cruciani ridacchiante che le ha trovate “uno spettacolo assoluto”.

Ecco un breve sunto delle fini dissertazioni politiche di Cossiga (tra parentesi alcune mie brevi note):

- Sarebbe bbello che Del Turco si suiciddasse, perché darrebbe un’accelleratta alla rifforma della giustizia. (Ovviamente è solo una provocazione, ma a me dà ugualmente la nausea.)

- L’arrestto Del Turco è un avvertimmentto al PD. (Il solito complotto. Qui dovete fischiettare la sigla di X-Files.)

- Il magistratto Trifuoggi che seggue il casso Del Turco è solo in cerca di notoriettà, avendo finorra inseguitto solo laddri di polli dopo unna laurea ottenutta a faticca con tutti 18. Quest’estatte lo fotograferanno su Chi e su Vanitty Fair col membro al ventto. (Quest’uomo è stato il nostro presidente della repubblica, ancora non me ne capacito.)

- Veltronni capisce solo di cinemma e di Africca, inutille sperarre di più da uno che vivve benissimmo perché è per il freddo e per il caldo. (Offesa a parte, almeno questa fa ridere, la mandiamo a Crozza.)

- Di Piettro è un cretinno e cretinni sonno tutti quelli che lo hanno votatto. (Serve davvero commentare? Faccio solo presente che Cruciani, sollecitato in merito da un ascoltatore, ha detto di avere trovato “pesante” la seconda parte di questa dichiarazione, perdendosi poi, però, in un discorso incomprensibile sulla differenza tra il "cretino" detto da Cossiga e il "cretino" detto da una persona qualunque. Per me "cretino" non potrà mai essere un "giudizio politico", ma solo un insulto, nient'altro che un insulto. Controllare sul dizionario.)

- I telefonni dei magistratti dell'ANM andrebbero controllatti per associazionne eversivva. (Altra provocazione molto discutibile, peraltro non ritrasmessa da Cruciani, immagino per mancanza di tempo.)

Che dire… Io in realtà non mi stupisco di quello che dice Cossiga. Lo conosciamo, lui e le sue picconate. Non sono certo una novità. Per me l’ex presidente può dire quel che vuole, dove e quando vuole, e non sono certo arrabbiato con Radio 24 per avergli dato spazio.

Quello che mi fa trasecolare, invece, è la claque scodinzolante pronta ad applaudire e ad acclamare Cossiga qualunque cosa dica, e sottolineo, qualunque cosa dica, senza un "ma", senza un "beh, però...", con un approccio che, se fossimo nel ventennio, si potrebbe riassumere nello slogan "Il Duce ha sempre ragione".

Tuttavia, al posto del Prozac, per trovare consolazione mi basta pensare che, se fossi vissuto nel ventennio, io sarei probabilmente stato uno di quei monelli che in piena notte, armati di vernice e pennello, cercavano un bel muro libero dove scrivere, a grandi caratteri, "Si dà sempre ragione solo ai pazzi".

mercoledì 16 luglio 2008

Arbitro in terra del bene e del male

Un Giuseppe Cruciani molto lucido ed equilibrato ha iniziato la Zanzara di ieri controcommentando le dichiarazioni dei vari magistrati, politici e opinionisti che si sono espressi a proposito della vicenda Del Turco, sulla quale le parole in libertà (cito Sgarbi, ma per me è come sparare sulla croce rossa) si sono sprecate.

In sostanza, questo il Cruciani-pensiero:

- I giudici non devono convocare conferenze stampa, ma lavorare più sottotraccia.

- I politici e gli opinionisti non devono dare per scontata la colpevolezza (Di Pietro) o l’innocenza (Berlusconi e Sgarbi tra gli altri) di Del Turco.

- Le misure restrittive per Del Turco, che prevedono l’isolamento in carcere in attesa dell’interrogatorio, forse sono eccessive, ed è giusto porsi la questione. Tuttavia è esagerato parlare di trattamento da boss mafioso (Capezzone), induzione al suicidio (Pannella), e cose del genere.

Ho condiviso tutto e non ho nulla da aggiungere o da ridire.

Nel prosieguo della trasmissione, poi, si è manifestato il probabile tormento interiore che Cruciani sta avvertendo nei confronti della vicenda di Eluana Englaro.

Dopo varie puntate in cui, dando maggiore spazio alle voci della fazione pro-life (chiamiamola così, per semplificare), sembrava propendere per tale fazione, ieri Cruciani ha dato un'impressione diversa uscendosene con un ragionamento più pragmatico, più freddo (che non vuol dire cinico, attenzione), del quale forse non è neppure del tutto convinto, ma che a mio avviso inquadra benissimo la questione.

In pratica, sintetizzando, almeno per come l’ho capita io (correggetemi se sbaglio), Cruciani ha detto: casi come quelli di Eluana sono rarissimi, e su tali casi, che oltre ad essere rari sono anche l’uno diverso dall’altro, è impensabile ipotizzare una regolamentazione legislativa. Ciò premesso, se, ad un certo punto, in assenza di leggi che non esistono e non possono esistere, si arriva ad una decisione stabilita da una sentenza, tale sentenza, discutibile quanto si vuole, va rispettata.

Magnifica analisi, distaccata e ragionata, come tutte le analisi dovrebbero essere.

A tutti quelli che inorridiscono all'idea che la sorte di Eluana sia decisa da un tribunale, io rispondo: se, ad un certo punto, una decisione su una persona che vegeta da 16 anni va presa, non ci si può che affidare ad un giudice, esattamente come accade - che so - per l’affidamento di un bimbo i cui genitori si sono separati o sono scomparsi.

E’ possibile che venga presa una decisione sbagliata, certo, ma finché non impareremo a comunicare con Dio, sempre ammesso che esista, la migliore opzione che abbiamo, in casi come questi, è quella di confidare nella saggezza di un giudice, “arbitro in terra del bene e del male(Fabrizio De Andrè).

martedì 15 luglio 2008

La maestrina dalla penna rossa

A volte sono veramente infantile. Ho ridacchiato per ore ripensando alla battutona sul Riformista che ho partorito nel finale del precedente post, e quando ieri sera, alla Zanzara, Giuseppe Cruciani, per commentare l’arresto del presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, ha annunciato il collegamento telefonico con Antonio Polito, che del Riformista è direttore, ho allargato le braccia mormorando “e chi se non lui?”.

Attenzione, non fraintendete. Non voglio parlar male di Polito, che, anzi, considero un bravo e preparato giornalista, molto moderato (a volte anche troppo), sulla cui onestà intellettuale non si può minimamente dubitare. Personalmente non sempre sono d’accordo con lui, ma, nel caso specifico del suo intervento di ieri, non ho nulla da ridire…

…tranne per un piccolo, piccolissimo, minuscolo dettaglio, che mi accingo a spiegare.

Ad un certo punto, Cruciani ha citato la seguente dichiarazione di Walter Veltroni, segretario del PD: “Auspichiamo che Del Turco sappia dimostrare la sua totale estraneità ai fatti che gli vengono contestati”.

Cruciani, nell’apertura della Zanzara, aveva già commentato tale dichiarazione, definendola “sconcertante”, ma ha voluto rigirare il coltello nella piaga, chiedendo pleonasticamente il parere di Polito. Quest'ultimo ha ricordato che non è Del Turco a dover dimostare alcunché, in quanto l’onere della prova, come noto, sta all’accusa. “Tutto ciò”, ha pomposamente aggiunto il direttore del Riformista, “è contrario ad ogni corretta concezione del diritto”.

Ora, siamo seri. Anche un bambino avrebbe intuito che il verbo dimostrare è stato usato da Veltroni in modo improprio, e che il suo reale auspicio era solo quello che Del Turco potesse rapidamente chiarire la propria posizione. Davvero qualcuno pensa che, tra tutte le norme del diritto penale, Veltroni non conosca quella più elementare?

A volte, cari Cruciani e Polito, bisogna avere l’elasticità mentale di cogliere che non sempre le frasi vanno prese alla lettera. Veltroni ha sbagliato, certo, ma è colpevole solo di un’infelice scelta di parole. Bastava dire questo e finirla lì, senza rivolgere al leader PD la stucchevole reprimenda stile maestrina dalla penna rossa.

lunedì 14 luglio 2008

Cinque regole per sopravvivere

L’unico momento della Zanzara di venerdì 11 luglio che mi è rimasto impresso è stato quando Giuseppe Cruciani, rispondendo a chi lo invitava ad essere più moderato e meno aspro e denigrante nei suoi commenti, ha detto che la sua trasmissione va intesa come un confronto molto duro di idee, in quanto “non è un pranzo di gala”.

Tutto bene, nessun problema. Solo, di fronte ad una citazione di Lenin (!!!) da parte di Cruciani, permettetemi di aggrottare un sopracciglio. Se riuscite a figurarvi l’immagine del signor Spock, quello di Star Trek, dopo che ha ascoltato qualcosa che non rientrava nella ferrea logica vulcaniana, beh, quella è la faccia che ho fatto.

Cosa fare allora di questo post? Sulla falsariga della sarcastica cura per guarire dal berlusconismo che Cruciani sta proponendo in questi giorni, io desidero proseguire (vedi anche i post del 10 e dell’11 luglio), e magari portare a termine, la mia terapia parallela finalizzata ad estirpare l’odio viscerale per il presidente del consiglio, odio che accomuna tutti gli anti-berlusconiani più virulenti.

Quelle che vi propongo oggi sono cinque regole per sopravvivere. Cinque dogmi, cinque assiomi che dovete imparare a memoria, facendoli vostri e modellando su di essi tutte le vostre opinioni politiche. Solo in questo modo potrete avere qualche speranza di essere presi sul serio quando esporrete una qualsiasi critica verso Berlusconi, senza venire subito tacciati di anti-berlusconismo trasudante odio.

Ogni sera, prima di andare a letto, dopo aver recitato il mantra, studiate i sacri dogmi, ripeteteli ad alta voce. Il mattino dopo vi sentirete molto meglio e sprizzerete democrazia da ogni poro.

Ecco i dogmi:

1) Berlusconi è del tutto legittimato a governare, avendo avuto il consenso dell’elettorato. In nessun articolo della Costituzione, né in alcuna legge dello Stato, si dice qualcosa di diverso.

2) Gli elettori che, in maggioranza, hanno votato per Berlusconi non sono né stupidi, ne ignoranti, né sono moralmente inferiori. Se hanno ritenuto che Berlusconi può governare, nonostante il conflitto d’interessi e le beghe giudiziarie, così sia.

3) I magistrati non sono robot imparziali, né sono angeli vendicatori ispirati da Dio. Sono uomini che possono sbagliare o agire secondo condizionamenti consci o inconsci. Anche ipotizzando che Berlusconi abbia davvero violato la legge e meriti di essere processato, rimane il fatto il sistema giustizia in Italia fa acqua da tutte le parti e va profondamente riformato.

4) Il conflitto di interessi esiste, è innegabile, ma in una società di mercato e liberale esso è solo un elemento laterale che non pregiudica realmente l’esercizio della democrazia. Il fatto che Berlusconi possieda tre dei sette grandi network televisivi nazionali, e che di altri tre, da capo del governo, possa avere potenzialmente il controllo, non implica un monopolio assoluto dell’informazione. Esistono anche i giornali cartacei, internet, La7, Sky, Radio 24, ecc.

5) La Verità con la V maiuscola è una chimera, un mito irraggiungibile che non esiste. E se anche esistesse, la Verità non andrebbe cercata sulle pagine dei libri di Travaglio o su quelle della Repubblica, o dell’Unità o dell’Espresso. Semmai sul Riformista.

venerdì 11 luglio 2008

Odiatori anonimi

Oltre a commentare la Zanzara di Giuseppe Cruciani, questo blog è, e sarà, per qualche giorno, sede ufficiale del gruppo degli odiatori anonimi (spiegazioni nel post di ieri). Per prima cosa, recitiamo il mantra:

E' l'odio verso Berlusconi che accomuna tutte queste persone.
E' l'odio verso Berlusconi che accomuna tutte queste persone.
E' l'odio verso Berlusconi che accomuna tutte queste persone.
E' l'odio verso Berlusconi che accomuna tutte queste persone.
E' l'odio verso Berlusconi che accomuna tutte queste persone.

E ora ripetete con me:

Io voglio estirpare il mio odio. Voglio che fuoriesca da me. Lascerò che l’odio mi calpesti e che mi attraversi. E quando se ne sarà andato, aprirò il mio occhio interiore e ne scruterò il percorso. Là, dove andrà l’odio, non ci sarà più nulla. Soltanto io ci sarò.

---

Bene. Ora due parole sulla Zanzara di ieri che, anche se con toni meno concitati, ha in sostanza ricalcato quella del giorno prima. Si è parlato di Berlusconi, Piazza Navona, Berlusconi, la Guzzanti, Berlusconi, la giustizia, Berlusconi, il Lodo Alfano, Berlusconi. Ah, dimenticavo. Si è parlato anche di Berlusconi.

Detto che condivido la posizione stigmatizzante di Cruciani sul comportamento dell’onorevole dell'IdV Franco Barbato (che, nell’aula di Montecitorio, ha accusato Mario Landolfi del PDL di essere stato eletto coi voti della camorra, citando dichiarazioni di pentiti lette in un articolo di giornale... Perché Di Pietro si circonda di simili inetti?), vorrei per una volta uscire dai temi politici e fare qualche osservazione sulla vicenda di Eluana Englaro, la ragazza che dal 1992 si trova in coma vegetativo, e per la quale il padre, da anni, si batte per essere autorizzato ad interrompere l’alimentazione forzata. L'autorizzazione, da parte della Corte d'appello civile di Milano, è ora arrivata.

Come era naturale, si sono formate due fazioni: chi approva la sentenza in quanto favorevole a lasciare libera la ragazza, e chi invece pensa che anche il coma è vita, e la vita va sempre salvaguardata. Cruciani sul tema non si è voluto esprimere esplicitamente, ma leggendo tre le righe, non credo di sbagliare se ipotizzo un suo parteggiare per la seconda fazione.

Naturalmente ogni valutazione su temi etici così profondi spetta solo alla coscienza di ciascuno, e non ha senso parlare di posizioni giuste o sbagliate. Massimo rispetto, quindi, per la posizione di Cruciani. Io, però, sto dall’altra parte.

Detto senza tanti giri di parole, penso che vegetare non sia vivere. E penso inoltre che qualunque cosa ci sia dopo la morte, incluso eventualmente il nulla assoluto, sia meglio che vegetare. Se l’avere quest’idea, agli occhi di qualcuno (penso a un Giuliano Ferrara qualsiasi), mi rende un mostro, vorrà dire che sono un mostro. Me ne farò una ragione. Magari quando terminerò la terapia nel gruppo degli odiatori anonimi, cambierò idea pure su questo, chissà…

Ci tengo però a dire che trovo oltremodo consolatorio l’osservare che la "mia" fazione includa, anche se forse con accenti lievemente diversi dai miei, l’oncologo Umberto Veronesi, un luminare che ammiro profondamente. A questo proposito, confesso di essere rimasto un po' dispiaciuto per il fatto che, di tale illustre opinione, non si sia sentito il bisogno di fare cenno durante la Zanzara, quando invece tutti i giornali l'hanno menzionata. Evidentemente, Veronesi alla Zanzara torna comodo solo quando parla di inceneritori.

E’ tutto per oggi. Mi raccomando il mantra.

giovedì 10 luglio 2008

La catarsi

Oltre ogni possibile previsione, quella di ieri è stata una puntata della Zanzara a dir poco catartica.

C’è stata, cioè, nel commentare i fatti di Piazza Navona, una sorta di liberazione purificatoria delle passioni, con ascoltatori che, con modi in alcuni casi bislacchi e sconclusionati, davano addosso a Giuseppe Cruciani, e con quest’ultimo che, incapace di trattenersi, abbandonava ogni fair play e rispondeva con toni irridenti, arrivando al punto di canzonare pesantamente l’ascoltatore di turno.

Una frase detta da Lucio da Verona, “Questo signore non può governare, è incompatibile!” (Berlusconi, e chi sennò?) è stata addirittura campionata da Cruciani per poi essere ritrasmessa a ciclo continuo ogni tot minuti, come un mantra finalizzato a far uscire il conduttore della Zanzara e gli italiani tutti dal presunto stato ipnotico in cui si troverebbero. Sarà il tormentone per i prossimi dieci giorni, o forse più. Cruciani si diverte così, bisogna avere pazienza.

A riportare un po’ di pace nell’universo ci ha pensato, in extremis, la signora Anna, da Roma, la quale, finalmente con toni non esagitati, ha raccontato di una Piazza Navona (era presente) non così eversiva come la si è dipinta, a dispetto del cattivo gusto, del torpiloquio e delle inqualificabili offese di alcuni oratori.

Quando Cruciani ha obiettato che “di fondo, è l’odio verso Berlusconi che accomuna tutte queste persone” (si riferiva agli organizzatori della manifestazione e agli oratori ma, per estensione, il concetto si applicava a tutti coloro che erano presenti in piazza), Anna ha risposto che lei non odia ma contesta. Al che Cruciani ha detto: “la contestazione è una cosa, l’odio è un'altra cosa”.

Interessante. Al punto che ora viene da chiedermi: esattamente, in grande dettaglio, dove finisce la contestazione e dove inizia l’odio? Qual è il confine? Io non lo so, non riesco a capirlo.

Ad esempio, io odio o contesto? Personalmente sono convinto di non odiare, ma forse nell'inconscio, lo faccio. Sono confuso. Ho deciso pertanto di fare un esperimento.

Siccome desidero anch’io purificarmi e giungere alla catarsi finale, per tutti i giorni in cui Cruciani manderà in onda il suo mantra (“questo signore non può governare, è incompatibile”) al fine di uscire dallo stato ipnotico, io ripeterò il mio, di mantra, per tentare di autoconvincermi che tutti i miei pensieri, le mie opinioni, le mie osservazioni non sono realmente frutto dell’attività dei miei poveri neuroni. E’ invece l’odio a guidarmi, a darmi forza. Il cieco, feroce, spietato odio.

Il trattamento comincia oggi. Se vi va, seguitelo anche voi. Alla fine del trattamento, saprete se siete o no persone civili, democratiche, e rispettose delle idee altrui.

Coraggio, iniziamo.

E' l'odio verso Berlusconi che accomuna tutte queste persone.
E' l'odio verso Berlusconi che accomuna tutte queste persone.
E' l'odio verso Berlusconi che accomuna tutte queste persone.
E' l'odio verso Berlusconi che accomuna tutte queste persone.
E' l'odio verso Berlusconi che accomuna tutte queste persone.
E' l'odio verso Berlusconi che accomuna tutte queste persone.
E' l'odio verso Berlusconi che accomuna tutte queste persone.
E' l'odio verso Berlusconi che accomuna tutte queste persone.
E' l'odio verso Berlusconi che accomuna tutte queste persone.
E' l'odio verso Berlusconi che accomuna tutte queste persone.

mercoledì 9 luglio 2008

Il salvacondotto

Voilà, la manifestazione di Piazza Navona è passata.

C’è però ancora da pagare il dazio di Giuseppe Cruciani che stasera, sguazzando gioioso come un bimbo in una pozzanghera, trasmetterà in heavy rotation tutti i momenti peggiori dell'evento, con le sciagurate frasi di Grillo e di Sabina Guzzanti. Frasi che ovviamente hanno ottenuto il solo effetto di oscurare quanto di buono c’era in questa manifestazione, e cioè il disagio di non sentirsi ben governati.

Se qualcuno trova le parole giuste per difendere gli eccessi avvenuti in Piazza Navona, si accomodi pure nei commenti di questo post. Io, parole, non ne ho.

Intendo commentare, invece, le dichiarazioni del direttore del Riformista, Antonio Polito, fatte ascoltare durante la Zanzara di ieri. Polito in pratica si chiede (riassumo): per quanto siano comprensibili l’odio e la ripugnanza (testuali, ndr) per Berlusconi, una sua eventuale condanna al processo Mills, alla fine dell’estate, sarebbe davvero un bene per il paese, visto che egli, al momento, piaccia o non piaccia, è il nostro capo del governo?

La risposta di Polito, sottintesa, è chiara: l’Italia, come paese, ne soffrirebbe, e pertanto sarebbe auspicabile, in nome di un interesse superiore, una sorta di salvacondotto giudiziario per Berlusconi, almeno fino al termine della legislatura. Cruciani ha fatto capire di sposare in pieno questa tesi.

Io il concetto lo capisco anche. Non è campato in aria. Però mi chiedo: non è un po’ troppo comodo tirare in ballo l’interesse superiore solo ora? Perché non prima delle elezioni?

Non sarebbe stato interesse superiore evitare di sciogliere il parlamento, dopo la caduta di Prodi, e fare un governo di larghe intese, a durata limitata, per fare le riforme istituzionali?

E inoltre, visti i suoi problemi giudiziari, non sarebbe stato interesse superiore che Berlusconi, anche se innocente, si fosse "sacrificato" non candidandosi? Adesso invece a sacrificarsi dovrebbe essere il diritto dei cittadini a sapere se Berlusconi è colpevole o no di corruzione in atti giudiziari.

Non so, non mi sembra equo. Si tira in ballo l’interesse superiore quando fa comodo, e ce se ne fotte quando non fa comodo. Molto italiano come approccio, non c'è che dire.

Comunque, per come si sono messe le cose, con la nuova radicalizzazione dello scontro politico e il ritorno al clima da continuo derby calcistico, sono convinto che la maggioranza dell’elettorato, che vede Berlusconi come un tifoso della Roma vede Totti, non avrebbe problemi ad accettare l’idea di un presidente del consiglio condannato penalmente in primo grado. Per la maggioranza degli italiani, cioè, le dimissioni non sarebbero un atto dovuto.

E pertanto, alla fin fine, ma di che stiamo parlaaaaando???

martedì 8 luglio 2008

Argomenti inattaccabili

Vorrei avere argomenti inattaccabili con cui difendere Nanni Moretti e Sabina Guzzanti, biasimati con fermezza e sarcasmo da Giuseppe Cruciani durante la Zanzara di ieri per via delle loro parole sul DNA degli italiani che sarebbe cambiato provocando assuefazione verso il berlusconismo, e sul fatto che al governo ci sia una manica di fascisti-razzisti-nazisti.

Ma non ne ho. Perché naturalmente il DNA non c’entra nulla, e il fascismo sarebbe meglio lasciarlo nei libri di storia.

Dico solo che è troppo facile e semplicistico prendere gli antiberlusconiani più virulenti e usarli come clava per far trasparire, magari senza volerlo, l’idea che ad animare chi contesta il cavaliere sia in prevalenza il cieco odio o la cieca ideologia. Non è così, ovviamente.

Esiste, e sono convinto sia largamente rappresentato anche nella manifestazione di oggi in Piazza Navona (al di là degli slogan stile "leggi canaglia"), un movimento di critica verso questo governo e verso il suo leader che si fonda su argomentazioni solide, concrete e per nulla pregiudiziali.

Promesse elettorali disattese dopo neanche due mesi di vita (diminuzione tasse), iniziative di bandiera sulla sicurezza dalla dubbia efficacia, sperpero di soldi pubblici (Alitalia) da far gridare vendetta qualunque liberista, spazi e tempi parlamentari dedicati a discutere di leggi ed emendamenti di scarsa rilevanza e urgenza per la collettività, degenerazione del clima poltico che impedisce di dialogare su riforme istituzionali non più procrastinabili.

E’ assolutamente giusto dire che bisogna avere rispetto per l’esito elettorale. Gli italiani hanno dato la loro fiducia al cavaliere, e lo hanno fatto non perché hanno il DNA contaminato o perché sono fascisti-razzisti-nazisti, e neanche perché sono stupidi e mentecatti. Più semplicemente hanno ritenuto che con Berlusconi avrebbero avuto più sicurezza e meno tasse, aspettative più che legittime.

Analogamente, però, deve essere chiaro che ritenere un errore - del quale ci si pentirà - la scelta dell’elettorato non significa insultare gli italiani. Significa solo fare una scommessa ragionata, una previsione pessimistica, basata sugli odierni indizi e sulle passate esperienze. Nulla più di questo, nulla di offensivo.

domenica 6 luglio 2008

L'alfa e l'omega

Cosa resta, "ai posteri", della Zanzara di venerdì 4 luglio? Secondo me, i punti salienti sono stati quelli relativi agli interventi dei due ospiti (in due momenti diversi della trasmissione): il sociologo Luca Ricolfi, editorialista de La Stampa, e il critico d’arte Vittorio Sgarbi.

E’ davvero difficile immaginare due opinionisti più agli antipodi, quanto possono esserlo l’alfa e l’omega, la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco. E infatti, la distanza tra i due si è manifestata nettamente, non solo nella qualità delle argomentazioni, ma, soprattutto, nello stile comunicativo.

Luca Ricolfi, nel suo intervento concernente il freschissimo DPEF del governo, i cui contenuti - come è stato fatto notare - non collimano granché con le promesse elettorali, è stato assolutamente brillante: preciso senza essere pedante, divulgativo senza risultare saccente, serio senza far mancare un pizzico di ironia.

La musica è nettamente cambiata quando è venuto il turno di Sgarbi, chiamato in causa da Giuseppe Cruciani per commentare la sua recente elezione a sindaco di Salemi, cittadina della Sicilia. Abbiamo infatti assistito al solito, prevedibile, debordante show di presunzione e arroganza, un concentrato di insulti e di volgarità.

Sono bastati pochi minuti a Sgarbi per partire per la tangente. In preda ad un delirio d’onnipotenza, se l’è presa, tra gli altri, con Di Pietro, definito “bufala che ha fatto danno alla nostra civiltà” (sì, sì, ha detto "civiltà"), coi magistrati, definiti “criminali” (testuale), e infine, nientemeno, con la “mafia delle schifose pale eoliche” erette da “delinquenti”.

A Cruciani, visibilmente imbarazzato tanto che, in un secondo momento, ha sentito il bisogno di dissociarsi esplicitamente dalle “intemerate” di Sgarbi (in particolare rigurardo il giudizio sui magistrati) vorrei chiedere la seguente cosa: che senso ha prendersela (in qualche caso comprensibilmente) con certe dichiarazioni un tantino sopra le righe di intellettuali sinistroidi (Eco, Camilleri, Tabucchi, ecc.) per poi aprire beatamente il microfono a chi, come Sgarbi, è noto per usare sistematicamente le parole come pietre?

Sia chiaro, io sono il primo a dire viva la libertà di parola, abbasso la censura. Se in futuro si riterrà opportuno regalare ancora ribalta al cosidetto "estremista dell’intelligenza", amen. Me ne farò una ragione.

Però, a questo punto, chiedo che non si tiri mai più fuori la storiella della superiorità morale. Non accetto, cioè, che, fior di intellettuali vengano accusati di considerarsi, vanitosamente, moralmente superiori, quando poi contestualmente si regalano megafono e pubblicità a chi, nell’arte di elevarsi ad un più alto plateau per dispensare giudizi morali a destra e a manca, primeggia incontrastato.

venerdì 4 luglio 2008

Il profondo conoscitore

La Zanzara di ieri filava via liscia e stimolante come (quasi) sempre, finché, pochi minuti dopo le 20, è successo qualcosa: Giuseppe Cruciani ha annunciato la presenza in studio dell’ex capo-redattore di Radio 24, e ora direttore del quotidiano online L’Occidentale, Giancarlo Loquenzi.

Nulla di strano, se non il fatto che Loquenzi non ha partecipato nella qualità di ospite per i classici 5-8 minuti, ma nella qualità di co-conduttore fino alle 21, interloquendo liberamente con coloro che intervenivano in diretta e prendendo continuamente la parola senza essere -come dire- "interrogato" dal conduttore titolare.

Giancarlo Loquenzi è sicuramente un ottimo giornalista, molto preparato e con un eccellente curriculum. Tuttavia, chiunque (come me) frequenti il sito dell’Occidentale e chiunque (come me) lo abbia seguito durante la sua recentissima conduzione di Prima Pagina, la rassegna stampa di Radio Tre, coglie benissimo il fatto che egli è fortemente schierato a favore del centrodestra.

Non c’è nulla di male in questo, sia chiaro. Però, introdurre Loquenzi, come ha fatto Cruciani, definendolo “un profondo conoscitore delle cose del centrodestra” è un fastidioso eufemismo. Loquenzi, non è un "profondo conoscitore", ma è un tifoso del centodestra. Nulla di male, ripeto. Ma è così, e bisogna essere chiari.

Cosa intendo con "tifoso" del centodestra? Un tifoso è colui che ha la tendenza ad applaudire e a considerare giusto, a prescindere, tutto ciò che fa il governo. Che è esattamente l’atteggiamento di Loquenzi (per favore, siamo seri e non neghiamo l’evidenza). La Zanzara di ieri ne è stata una ulteriore lampante dimostrazione.

Prendiamo ad esempio il caso Berlusconi-Saccà, citato ieri in trasmissione. A me sta bene (anche se non condivido) che si dica, come fa Cruciani, che il dialogo intercettato non andava pubblicato. E mi sta pure bene (anche se non condivido) che si dica, come fa Cruciani, che è sbagliato desumere, dall’intercettazione, la certezza di un comportamento illegittimo.

Ma accostare, come ha fatto Loquenzi, le segnalazioni reciproche, tra direttori di testata, di validi apprendisti giornalisti alle raccomandazioni di attrici che Berlusconi ha fatto a Saccà e a De Angelis, e dire che questo genere di raccomandazioni sono “consuete”, è, per citare le Iene, una grande, gigantesca, strepitosa cazzata, che denota totale acriticità verso il personaggio Berlusconi.

Un altro esempio che posso citare è l’incredibile difesa a spada tratta, da parte di Loquenzi, del ministro Carfagna, che pure Filippo Facci non ha remore ad invitare ripetutamente alle dimissioni (già da prima delle intercettazioni hot).

A fine trasmissione, infine, c’è stato un momento veramente esilarante. Loquenzi è partito in un panegirico a favore del governo, manifestando i suoi “sospetti maligni” relativi all’ipotesi che i gossip siano stati sollevati per “interessi di qualcuno” allo scopo di celare tutte le altre cose buone fatte dall’esecutivo. Peccato che a inizio trasmissione Cruciani, dimostrando assoluta non faziosità, aveva dichiarato di condividere l’articolo di Luca Ricolfi sulla Stampa del 3 luglio, piuttosto critico verso quanto fatto finora dal governo (leggetelo, Ricolfi ci va pesante!).

Per uscire dall’imbarazzo, ma anche un po' per smarcarsi, Cruciani, in risposta a Loquenzi, ha nuovamente citato l’articolo di Ricolfi soffermandosi, però, solo sul fatto che Ricolfi ha osservato come il governo stia comunque lavorando su più fronti, al di la del tema intercettazioni.

Per concludere… Da quanto successo ieri, devo forse dedurre qualcosa? La presenza, non come semplice ospite, di Loquenzi era forse una sorta di test per vedere se ha senso proporre una Zanzara con doppia conduzione? O era invece un provino per un ipotetico passaggio di consegne alla guida della Zanzara (aaaaargh!!!)?

Non lo so. L’unica cosa che so è che giornalisti tifosi (della destra o della sinistra) alla guida della Zanzara io non ce li voglio.

giovedì 3 luglio 2008

Vietato vietare

Annuncio urbi et orbi. Comunico ufficialmente al mondo che delle intercettazioni hot tra Berlusconi e la Carfagna, della cui esistenza sono venuto a conoscenza, in prima battuta, grazie a Cruciani, non me ne frega niente. Niente di niente.

Per quel che mi riguarda, l’unica persona a cui il cavaliere deve rispondere per i suoi rapporti speciali con le “sue fanciulle” è solo sua moglie, la signora Miriam, altrimenti nota come Veronica Lario.

Il problema di Berlusconi è quello di essere un elemento che spacca perennemente in due il paese, ingenerando continua tensione e scenari di contrasto muro contro muro, e facendo in tal modo il male dell’Italia, a dispetto del voto popolare che lo ha incoronato. Punto. Il fatto di essere o non essere un “puttaniere” (per citare una parola pronunciata da Cruciani, che l’ha estrapolata da un messaggio di un ascoltatore) a mio avviso non è politicamente rilevante

Qualcuno mi risponderà che i cittadini hanno diritto di conoscere la morale del presidente del consiglio. A questo, rispondo che dipende da cosa si intende con "morale". Per esempio, rubare, per una persona che rappresenta un’istituzione, sarebbe immorale. Corrompere, anche. Consumare droga, idem. Ma avere l’amante, per come la vedo io, non lo è. Difesi Clinton a suo tempo, non vedo perché ora dovrei prendermela con Berlusconi su questioni di natura sessuale.

(A margine: davvero pessime le dichiarazioni odierne dell'IDV Donadi sulla Lewinsky.)

Vorrei però precisare che, con quanto detto sopra, non intendo pronunciarmi a favore di un divieto assoluto di pubblicazione delle intercettazioni. Checché ne dica Cruciani, ci sono casi, infatti, come quello Berlusconi-Saccà, nei quali il contenuto delle intercettazioni è politicamente rilevante per la pubblica opinione.

Cruciani dice: da spezzoni di intercettazioni pubblicate prima del dibattimento in aula, l’opinione pubblica può essere portata a sputare sentenze premature. Vero. C’è questo rischio e c’è chi, orribilmente, può vedersi giudicato dalla piazza. Ma questo rischio ha valenza più generale, al di là del tema intercettazioni.

A seguito di un qualunque fatto criminoso, i giornali possono creare mostri come conseguenza di dichiarazioni rilasciate da persone coinvolte (vittime, testimoni, complici, ecc) che magari dicono verità parziali o basate su ricordi errati. Quale sarebbe la soluzione a questo? Vietare per legge ai giornali di intervistare chiunque sia anche marginalmente o indirettamente coinvolto in un atto criminoso? Sarebbe assurdo.

La soluzione, secondo me, non è quella di vietare, proibire, limitare per via legislativa ciò che i magistrati possono fare e ciò che i giornali possono pubblicare. La soluzione è responsabilizzare.

Se in atti giudiziari che arrivano alla stampa sono presenti trascritture di intercettazioni senza alcuna rilevanza penale, di chi è la responsabilità per non aver operato l’opportuna scrematura? Chi sgarra dovrebbe subire sanzioni disciplinari (sospensione, licenziamento) operate dalla magistratura stessa, senza tirare in ballo alcuna legge.

Se testate giornalistiche rinomate pubblicano notizie scandalistiche degne di Cronaca vera o Novella 2000, di chi è la responsabilità di avere mancato ai più banali principi di deontologia professionale? Chi sgarra dovrebbe subire sanzioni disciplinari da - che no so - l’ordine dei giornalisti o chi per esso, senza tirare in ballo alcuna legge.

A proposito di stampa, per concludere, sono pienamente concorde con quanto ha dichiarato il magistrato Giuseppe Ayala in uno splendido intervento alla Zanzara di ieri: sarebbe meraviglioso che tutti gli organi di stampa si mettessero d’accordo per stabilire una linea di condotta comune, un codice di autoregolamentazione, che vada a proteggere chi, senza essere imputato di alcunché, si ritrova ad essere inopinatamente esposto al pubblico ludibrio.

Fine. Aspetto i vostri pareri.

mercoledì 2 luglio 2008

Riemerso dall’oltretomba

E’ bastato un giorno, un solo giorno, perché Cruciani perdesse il piglio rilassato e si spostasse su toni animosi, quasi irridenti. La causa, probabilmente va ricercata nel fatto che un ascoltatore troppo zelante deve avergli inculcato l’idea che nel web (cito: “nei blog di Grillo, Di Pietro, Travaglio, tanto è la stessa cosa.” No comment...) sia largamente diffuso un testo gravemente insultante e offensivo verso la trasmissione La Zanzara e verso il suo conduttore titolare.

Diciamolo subito: di cialtroni capaci solo di insultare e offendere è pieno il mondo, e di sicuro ce n'è anche qualcuno tra gli ascoltatori della Zanzara. Tuttavia, di questo testo anti-Cruciani che il conduttore della Zanzara ha in parte letto in diretta, io nel web non sono riuscito a trovare la benché minima traccia (se qualche mio lettore ha dei link, me li giri per favore, visto che io vorrei intervenire nei siti corrispondenti a difesa di Cruciani. ). Da qualche parte questo testo di sicuro ci sarà, ma evidentemente non è poi così diffuso. EDIT: Trovato, vedi in fondo al post.

Pertanto, il dire che “circola nei blog un clima pesante verso chi ha opinioni diverse” è una forzatura, un’esagerazione, una generalizzazione irricevibile che va a colpire anche chi si sforza di scrivere le proprie opinioni argomentando pacatamente con toni civili. Il messaggio che è passato alla Zanzara di ieri, al di là delle reali intenzioni di Cruciani, è stato: coloro che apprezzano Di Pietro e Travaglio sono per lo più degli incivili. Cosa che ovviamente è del tutto falsa. Che ci sia un cialtrone capace di scrivere insulti, e qualche altro cialtrone che gli va dietro è sicuramente vero, ma finisce lì.

Era talmente scosso ieri, Cruciani, che ad un certo punto, in riferimento all’imminente manifestazione dipietrista dell’8 luglio, ha citato lo scrittore Antonio Tabucchi dicendo che è “riemerso dall’oltretomba”, manco fosse un morto vivente uscito da un film dell’orrore. Un po’ troppo forte come espressione, non trovate? Evidentemente le dichiarazioni un po' sopra le righe dell’autore di "Sostiene Pereira", che ha parlato di “emergenza democratica” dovuta al fatto che Berlusconi si sta “mangiando pezzi di costituzione”, lo hanno parecchio indispettito.

Vorrei chiarire un punto: sebbene io trovi estremamente consolatorio il fatto che il mio disagio per il clima politico instauratosi nelle ultime settimane sia condiviso da stimatissimi intellettuali come Margherita Hack, Umberto Eco, e Antonio Tabucchi, per i quali provo infinita ammirazione, non condivido l’idea che in Italia ci sia una "emergenza democratica".

Berlusconi ha democraticamente vinto le elezioni, e nel 2013 gli italiani, se vorranno, potranno mandarlo via. C’e sì un'emergenza un Italia, ma non è democratica. E’ sociale.

Ci sono problemi enormi in questo paese: dal potere d’acquisto degli stipendi, all’inflazione, alla sanità, la scuola, e potrei andare avanti per altre venti righe. E invece, incredibilmente, siamo qui a parlare del lodo Alfano e di intercettazioni spazzatura. Follia alla stato puro.

E’ questa la vera emergenza: tornare a occuparsi dei problemi del paese e non dei problemi del cavaliere.

EDIT: Il testo offensivo verso Cruciani è stato postato due volte (autori: "snocciolo duro" e "tinazzi .") nei commenti dell'articolo intitolato Non è un Paese per agnelli (lunedì 1 luglio) del blog di Beppe Grillo. Ho segnalato alla redazione del blog di Grillo i commenti come inappropriati.

martedì 1 luglio 2008

Effetti collaterali

La vacanza deve aver parecchio giovato a Giuseppe Cruciani, considerato che ieri sera il suo rientro alla conduzione della Zanzara è stato caratterizzato da un piglio piuttosto rilassato :-)

In assenza di eventi in grado si spostare altrove l’attenzione, per inerzia gli argomenti dibattuti sono stati gli stessi degli ultimi giorni: Berlusconi e giustizia, intercettazioni, impronte ai bambini rom. Normalmente sbotterei annoiato, ma in questa occasione, dato che Cruciani, come era nelle aspettative, ha espresso opinioni molto diverse da quelle del temporaneo sostituto Corrado Formigli, credo valga la pena tornare brevemente sui temi citati.

Partiamo dai rom, e diciamo subito che a mio avviso, gli intenti di Maroni, il quale, a loro stessa garanzia, vuole censire i bambini presenti nei campi nomadi prendendone le impronte digitali, sono potenzialmente lodevoli. Sono cioè certo che Maroni non sia animato da uno spirito razzista, e capisco Cruciani quando dice che “non si vede nulla di scandaloso” nel provvedimento del ministro degli interno.

Il problema, però, è un altro: paradossalmente, più forte dell’effetto diretto di questo provvedimento, sarà il suo - non voluto - effetto collaterale: una parte marginale, ma non irrilevante, degli italiani sarà ulterioremente portato ad identificare nei rom il capro espiatorio della diffusa sensazione d’insicurezza, con possibili degenerazioni in inqualificabili azioni violente tipo Ponticelli. Come suggeriva Formigli, a mio avviso sarebbe stato più saggio proporre la schedatura delle impronte digitali di tutti i bambini presenti stabilmente in Italia (italiani e non), e non solo quelli rom.

Passiamo al tema giustizia. Cruciani, nell’introdurre l’intervista a Peppino Caldarola (una delle sue sponde preferite, praticamente ci va a nozze), ha citato un articolo su Repubblica di Giuseppe D’Avanzo, il quale sosteneva che qualunque liberale dovrebbe “inorridire” di fronte alle recenti iniziative del governo sulla giustizia (emendamento blocca-processi, lodo Alfano). Siccome Cruciani, che si professa liberale, non inorridisce, ironicamente egli si chiedeva se non fosse un vero liberale o se magari fosse uno sgherro di Berlusconi.

In realtà, poi nel preseguio dell’intervista, sia Cruciani che Caldarola hanno criticato i provvedimenti del governo. Non perche essi rappresentino un pericolo per la democrazia, ma perché sono di fatto controproducenti per la popolarità di Berlusconi stesso.

Io preferisco affrontare la questione da un punto di osservazione leggermente differente: il paese, sotto una stretta economica che non si vedeva da decenni, aveva davvero bisogno di una nuova assurda guerra tra guelfi e ghibellini? Ovviamente no. Non è l'orrore il sentimento che mi pervade in questi giorni, ma la nausea. Una nausea provocata dall'ennesima replica di un film già visto e di cui si conosce già il finale.

Se anche l’ipotesi del complotto anti-berlusconicano da parte della magistratura fosse vera (per me non lo è, ma facciamo finta che lo sia), la cosa migliore che Berlusconi potrebbe fare per il bene del paese sarebbe quella di lasciare l’incarico ad una persona di sua fiducia (Tremonti, Gianni Letta, chiunque), farsi processare, ottenere l’assoluzione (è innocente, no?) e poi tornare più forte di prima. Se facesse questo, ai miei occhi guadagnerebbe un milione di punti.

Rimane per ultimo il tema intercettazioni. Il post di oggi, però, è già fin troppo lungo e preferisco rimandare l'approfondimento alla prossima occasione. Mi limito a gettare un sasso nello stagno: non è forse possibile paragonare la pubblicazione di intercettazioni alle foto di VIP in topless o di mariti fedifraghi prese a tradimento col teleobiettivo e pubblicate su Novella 2000? Perché non ci si scandalizza in egual misura anche per l’esistenza delle riviste di gossip?